La città
La città di Cattolica, detta anche la “Regina dell’Adriatico” , fino agli ultimi decenni dell’800 era semplicemente un piccolo borgo di pescatori che ha saputo, nel corso del secolo successivo, affermarsi come una delle più rinomate località balneari dell’Adriatico. Cattolica, comune italiano della provincia di Rimini, è situata nella “bassa romagna” e precisamente: confina ad est con Gabicce Mare (PU) dal quale è separata dal torrente “Tavollo”, a sud est con Gradara (PU), ad ovest con Misano Adriatico (RN) dal quale è separata dal fiume Conca ed a sud con San Giovanni in Marignano (RN); infine è bagnata a nord dal Mare Adriatico. Nota località di villeggiatura estiva, essa ha una ricca tradizione marinara (pesca e cantieri navali). Infine “La Cattolica” viene menzionata da Dante Alighieri nella Divina Commedia nel XXVIII Canto dell’Inferno.
Attualmente Cattolica rappresenta un luogo di villeggiatura privilegiato nell’ampio panorama del turismo internazionale, incastonata tra le verdeggianti colline romagnole e l’azzurro mare dell’Adriatico. Le strutture ricettive turistiche di soggiorno riescono costantemente a rinnovarsi (nonostante le difficoltà di questi tempi) raggiungendo il “top” nelle rispettive categorie di appartenenza grazie anche all’offerta di una sorprendente gamma di servizi e comfort a prezzi vantaggiosi.
Immancabile ovunque nella città di Cattolica l’insuperabile spirito di ricevimento “made in Romagna”, frutto di una secolare esperienza in materia di ospitalità che si tramanda da molte generazioni, offrendo calore, disponibilità ed una professionalità impeccabile ed unica riconosciuta sia dagli italiani sia dagli stranieri: in poche parole “ACCOGLIENZA ROMAGNOLA”. Ed in quest’ottica, naturalmente facendo quello che è possibile, che il Residence Darsena presta attenzione nell’accogliere nei migliori dei modi i suoi clienti.
Non solo mare e spiaggia
In Romagna ci sono tantissime possibilità di realizzare, od anche improvvisare, fantastici itinerari tematici a seconda dei propri gusti personali. Itinerari nella natura dell’entroterra marchigiano-romagnolo, escursioni nei centri storici o nelle rocche Malatestiane che popolano le colline riminesi, percorsi sportivi per appassionati di moto e biciclette, e tanto altro ancora. Infine sono stati scoperti scavi archeologici che mostrano l’esistenza di insediamenti risalenti all’età del bronzo e, lungo la Via Flaminia, di età romana e bizantina.
Andare in vacanza a Cattolica non significa solamente starsene tutto il giorno a prendere sole e tuffarsi nelle onde del mare Adriatico, non significa semplicemente godersi i confort di uno delle tante strutture di soggiorno romagnoli o la cucina tradizionale. C’è molto ancora da scoprire, c’è davvero molto di più. Ad esempio si consiglia di effettuare delle piacevolissime passeggiate che conducono al porto e alla nuova darsena dove, nelle afose serate estive, potrete rinfrescarvi lasciandovi accarezzare dalla leggera brezza che spira dal mare mentre gustate drink e stuzzichini nei locali del posto.
Un ultimo accenno merita l’enogastronomia del luogo, sublime capolavoro frutto dei prodotti del mare e delle colline di questo territorio che la fantasia, il genio e la passione degli abitanti hanno trasformato col tempo in una vera e propria arte.
Porto
Il porto di Cattolica fin dalla sua nascita ha segnato una importante espressione culturale e di tradizione, perché in esso si compendiano tutti gli elementi del lessico e dei modi di dire che rappresentano l’autentica linfa vitale della comunità marinara. Il porto rappresenta quindi il simbolo che caratterizza ed esprime la mentalità e la cultura di questo borgo marinaro.
Infatti anche il modo di parlare dei marinai ricchi di accenti particolari e di sostituzione della “g” e della “c”, delle parole con la “z”, diventa espressione di fondo di questo carattere.
Gli stessi marinai si differenziavano anche per denominazione corrente dagli altri abitanti composti di osti, vetturini e artigiani chiamati in gergo “artisti”.
Il pesce rappresentava la principale risorsa economica dei pescatori, quello più ordinario non veniva commerciato ma ripartito fra di loro (muséna), aggiungendo anche un certo quantitativo di pesce leggermente più pregiato che il “paròn” capo barca destinava allo stesso equipaggio, prima della vendita del pescato. Il pesce migliore destinato ai marinai veniva poi venduto dalle mogli dei pescatori, mentre il più scadente veniva usato per il consumo di famiglia.
Nei periodi di maggiore difficoltà economica era d’uso anche il baratto con prodotti della terra come frutta, verdura, farina di grano e di granturco.
La cottura del pesce avveniva nelle case dei pescatori generalmente arrosto sullo spiedo o sulla graticola (rustida) oppure in umido (brodetto). Questo pasto frugale veniva anche consumato a bordo delle barche quando erano in mare aperto e venivano usate come pane gallette particolari a forma di grande anello (bizulà).